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La prima prevenzione nasce dall'informazione

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NEWS

Il prelievo ematico e le raccomandazioni di sicurezza per il paziente e l'operatore

 Il prelievo di sangue è una procedura, ormai consolidata, che espone sia l'operatore sanitario sia il paziente ad un rischio di tipo infettivo.
Analizzare tale rischio e mettere in atto le adeguate misure per contenerlo, è l'unico modo per diminuire l'esposizione da parte di entrambi, operatore e paziente, perché, come sappiamo, il rischio biologico non è eliminabile se non eliminando la stessa procedura invasiva che è ovviamente indispensabile per la diagnostica.

Innanzitutto è necessario chiarire come la buona riuscita di un prelievo ematico non dipende soltanto dalla competenza dell'operatore, ma anche da una serie di variabili indipendenti, quali il luogo, il dispositivo, l'anatomia del paziente, la sua emotività. Ed è proprio agendo su queste variabili che si può contenere il rischio.

Vogliamo dunque partire sottolineando l'importanza della "competenza dell'operatore", ovvero come la corretta formazione e l'addestramento all'utilizzo dei dispositivi, riducano già l'esposizione al rischio, ma sottolineando come le variabili sono davvero molte ed è quindi necessario mettere in atto una serie di procedure, prima tra tutte il lavaggio delle mani.
L'intuizione geniale di come una pratica semplice e facilmente ripetibile e divulgabile possa interrompere una catena di trasmissione infettiva, è dei CDC (Centers for Disease Control and Prevention) consolidata poi dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di cui è anche il merito dell'enorme pubblicità per la quale oggi il lavaggio delle mani è l'inizio e la fine di qualsiasi pratica potenzialmente a rischio infettivo.
Un altro merito dell'OMS è quello di aver individuato i 5 momenti fondamentali per l'igiene delle mani, sensibilizzando quelle categorie di operatori che erano più difficilmente raggiungibili, che vediamo nell'immagine sotto riportata:

ottobre2015-1

 

 ottobre2015-2

 

Secondo punto fondamentale è l'utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale che agiscono come barriera fisica tra l'agente infettante e l'operatore, e conseguentemente rendono sicuro il paziente che non subisce la trasmissione dell'agente biologico tramite l'operatore stesso.
Durante un prelievo ematico, infatti, è di fondamentale importanza l'uso dei guanti che proteggono gli arti dell'operatore impedendone la contaminazione con il sangue del paziente. Questo dispositivo di protezione individuale ha inoltre un'altra importante funzione: limita la penetrazione dell'ago nonché ne pulisce parzialmente la punta in caso di taglio accidentale.
Ma, come ben definito dal D.Lgs. 81/08, le misure di prevenzione e protezione devono essere aggiornate all'avanzamento della tecnica, e la tecnologia ci permette di evitare l'incidente da taglio utilizzando i dispositivi incorporanti meccanismi di protezione. Nel 2010 ancor più enfatizzati, diventano una misura obbligatoria per evitare l'esposizione al rischio biologico, a seguito di numerose evidenze di riduzione di questa tipologia di infortuni.
Tali dispositivi sono di due tipi: attivi o passivi, ovvero, il meccanismo può essere attivato dall'operatore o attivarsi automaticamente. Questo per adattarsi alle diverse esigenze: come abbiamo visto, infatti, una variabile indipendente è l'anatomia del paziente e la sua emotività, con ancor più peso se si tratta di prelievi su pazienti pediatrici.
I dispositivi incorporanti meccanismi di protezione sono l'ultimo tassello del puzzle della prevenzione del rischio biologico proprio perché eliminano la possibilità di infortunio da inoculo, infortunio che si annovera tra quelli con conseguenze potenzialmente più costose in termini di salute e sicurezza.

 

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