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L'importanza della formazione ed informazione nella prevenzione
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- Articolo caricato il 10 Settembre 2016
La formazione e l'informazione del personale della sanità, che rivestono un ruolo fondamentale in ambito di prevenzione e sicurezza sul lavoro, vengono così definite dal Testo Unico 81/2008:
- Formazione: processo educativo attraverso il quale si trasferiscono ai lavoratori, o agli altri soggetti del sistema prevenzione, conoscenze utili all'acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei compiti lavorativi
- Informazione: complesso di attività dirette a fornire conoscenze utili all'identificazione, riduzione e gestione dei rischi lavorativi.
Si evidenziano, dunque, due anime sostanzialmente diverse ma complementari che, com'anche ricordato dall'Inail (2002), sono indispensabili per rendere efficace la prevenzione del rischio occupazionale.
Capita ormai abbastanza spesso che in seguito ad infortuni sul lavoro o più in generale durante sopralluoghi, incontri, dibattiti, si introduca il fattore umano riferendosi alla capacità che quel lavoratore o gruppo di lavoratori dove possedere per impedire che un evento negativo accada. Lo scopo essenziale dei processi di formazione è, infatti, quello di facilitare la modifica dei comportamenti.
La formazione sfrutta meccanismi di apprendimento consapevole delle tre dimensioni "sapere" (conoscenze), "saper fare" (capacità) e "saper essere" (atteggiamenti) per svolgere una determinata attività lavorativa ponendo la massima attenzione al "lavoratore in sicurezza" senza per questo pregiudicare l'efficienza e l'efficacia della propria performance. Il fine è l'adozione, da parte dei soggetti interessati, di competenze cognitive ed operative tali da indurre delle modalità comportamentali che tengano in debito conto i rischi, modificando, se necessario, scale di valori, modalità operative e abitudini troppo spesso derivanti da prassi consolidate e non da procedure studiate ad hoc. Con la formazione si forniscono strumenti cognitivi per mettere in pratica le regole e i principi della sicurezza in azienda, tenendo conto non solo della propria mansione ma anche del contesto lavorativo che circonda ogni lavoratore.
L'informazione consiste in una trasmissione di contenuti strutturati in maniera organica (comunicazione) dell'emittente al ricettore. Il contenuto della comunicazione è definito "messaggio", il quale è trasmesso attraverso diversi tipi di veicoli che variano in funzione del contesto. In ambito lavorativo molto spesso si tratta di opuscoli o brevi testi riguardanti l'organizzazione della sicurezza. (Inail 2002)
Senza entrare nel merito dei requisiti minimi della formazione (disciplinati dall'Accordo Stato-regioni n. 221/2011), per rendere efficace la formazione ai fini della prevenzione del rischio, è necessario prevedere un piano di valutazione della formazione che includa una verifica di impatto nel contesto operativo:
- individuando le situazioni e/o comportamenti da monitorare;
- definendo con appositi indicatori, standard e i livelli di accettabilità delle situazioni e/o comportamenti;
- coinvolgendo i livelli dell'organizzazione (Datore di Lavoro, Dirigenti, Preposti, Lavoratori);
- organizzando verifiche programmate per controllare, rivedere, garantire una costante idoneità, adeguatezza ed efficacia del processo formativo in quanto parte del sistema di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro.
L'elemento che unisce quanto fino ad ora riportato è il passaggio dalla logica del "corso" a quella di "progetto formativo" ovvero la definizione della natura del problema o dei problemi che si intendono affrontare, nonché i modi, i tempi e le risorse per realizzare obiettivi pertinenti al problema e per valutarne i risultati. La progettazione delle attività formative infatti, permette di porre al centro del sistema i partecipanti e di evidenziare, suggerire e talora imporre l'attenzione sui problemi affrontati inducendo così una vera e propria analisi dei rischi.
In quest'ottica sia la formazione che l'informazione possono essere declinate nei termini di una maggiore responsabilizzazione dei lavoratori, "i quali non potranno addurre l'ignoranza rispetto a rischi e pericoli di cui siano stati adeguatamente informati e rispetto ai quali abbiano ricevuto la giusta formazione".
L'importanza del momento formativo in materia di sicurezza sul lavoro cresce sempre più e necessita di una riconversione delle conoscenze e delle competenze/abilità richieste all'interno degli specifici contesti lavorativi.
Formazione ed attività professionale, pertanto, non sono solo strettamente connesse tra loro, ma non hanno neppure carattere di alternanza, nel senso che l'esplicazione dell'una non richiede la sospensione dell'altra. Si può parlare così di formazione "incorporata" nell'attività lavorativa, cosa che permette di integrare il momento formativo con quello dell'effettivo esercizio di saperi e competenze "acquisiti".
Alla luce di quanto appena affermato nonché dalla lettura della norma si può notare come il legislatore, rispetto al tema della formazione relativa alla sicurezza sui luoghi di lavoro, abbia tenuto conto della sua centralità e non è un caso che la formulazione risulti essere più dettagliata rispetto a quella del
precedente decreto legislativo (d.lgs. n. 626/1994), che per anni ha rappresentato il punto di riferimento in materia. La formazione, infatti, deve mirare ad ottenere da parte del lavoratore un cambiamento consapevole dei propri comportamenti sul luogo di lavoro, in modo da preservare la salute e la sicurezza propria ed altrui, e per realizzare tale scopo è necessario che ad essa venga data l'adeguata centralità.