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La prima prevenzione nasce dall'informazione

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NEWS

Infortuni in sanità: il rischio da punture accidentali

Uno dei principali infortuni in campo sanitario e anche uno dei più gravi per le possibili conseguenze è quello legato alle punture accidentali da aghi. (Elder and Paterson 2006). In Europa, secondo il Centro Europeo Malattie infettive di Stoccolma, si stimano 650.000 punture accidentali mentre oltre 400.00 secondo il CDC di Atlanta, molte di queste però non sono registrate per un fenomeno di sottonotifica: oltre il 70% secondo il CDC e il 40% secondo i dati italiani del SIROH (Studio italiano rischio occupazionale da Hiv e da altri patogeni a trasmissione ematica coordinato dall'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma) nel nostro Paese (Lee et al 2005).

In Italia avvengono ogni anno in ambito sanitario e ospedaliero oltre 130.000 infortuni che comportano un'esposizione al sangue o ad altre sostanze biologiche potenzialmente infette.
Circa il 75% di queste ferite è di tipo percutaneo, ovvero si verifica tramite un tagliente contaminato, come un ago, una punta, una lama. Le punture accidentali con aghi utilizzati rappresentano la modalità di esposizione più frequente e pericolosa con conseguente trasmissione di agenti patogeni: l'OMS stima 2.5% dei casi sieroconversione a HIV; il 40% alle diverse forme di epatiti B e C e (Wilburn 2004).
A questo si deve aggiungere l'importante costo che comportano tali infortuni per le singole strutture sanitarie, le situazioni di stress alle quali sono sottoposti gli operatori sanitari nei diversi periodi di controllo, la possibilità di dover cambiare lavoro per inidoneità alla mansione a seguito di infezione, ecc.
Le categorie maggiormente esposte a questa tipologia di infortuni sono infermieri e chirurghi. Ogni anno, solo il 44% delle punture e il 15% dei tagli vengono denunciati ufficialmente.
Le stime dichiarano almeno 96mila casi e, di questi, il 65% coinvolge aghi cavi, con la possibilità di trasmettere più di 40 patogeni potenzialmente pericolosi.
Tuttavia il SIROH afferma che, negli ultimi 15 anni, si è registrata una drastica riduzione di questi rischi grazie a iniziative di prevenzione basate sulle evidenze, introducendo cambiamenti nelle procedure, evitando la manipolazione non necessaria di aghi e taglienti (incluso il reincappucciamento), rafforzando pratiche sicure per l'eliminazione appropriata e lo smaltimento dei presidi e l'uso costante dei dispositivi di prevenzione individuale.
Una riduzione ancor più significativa di punture e tagli può essere ottenuta con l'introduzione di nuove tecnologie: ad esempio, i dispositivi per la prevenzione della puntura accidentale con caratteristiche ingegneristiche di sicurezza.
In Italia, l'adozione dei Npd è limitata, nonostante siano passati nove mesi dal D.Lgs. 19/14, decreto attuativo della Direttiva 2010/32/EU del Consiglio del 10 maggio 2010, che prevede proprio un approccio globale per incrementare la sicurezza degli operatori che includa formazione e addestramento, introduzione di cambiamenti nella pratica per eliminare l'uso di aghi e taglienti non necessari e smaltire i dispositivi usati in sicurezza e la sostituzione dei dispositivi dotati di aghi pericolosi con i dispositivi con caratteristiche ingegneristiche di sicurezza basata sulla valutazione del rischio.
Vincenzo Puro, RSPP dell'Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, si dice fiducioso che i contenuti della Direttiva siano totalmente e chiaramente recepiti dalla nostra legislazione in continuità con quella già esistente e pone l'accento su uno dei principali motivi di discussione sull'introduzione dei dispositivi incorporanti meccanismi di sicurezza, ovvero l'impatto sul budget che essa potrebbe comportare.
Applicare sistemi sicuri certamente comporta nel nostro Paese un aumento dei costi, gli aghi costano di più, ma questo, con la promulgazione della Direttiva 2010/32/EU e l'implementazione dell'uso obbligatorio di questi dispositivi nei 27 Paesi dell'Unione Europea, è destinato a diminuire progressivamente.
Oltre al problema dei costi, potrebbero sussistere problemi nella scelta del dispositivo adatto e della strategia migliore da adottare per la sua implementazione in uso. Per quanto riguarda il primo punto è assolutamente essenziale che la definizione di "dispositivo incorporante meccanismi di protezione" non si presti ad ambiguità e che siano acquisite ulteriori evidenze sull'efficacia dei dispositivi disponibili sul mercato.
Siamo dunque fiduciosi anche noi, sperando nell'incremento della consapevolezza delle responsabilità dei dirigenti della sanità, e nell'attuazione di piani di gestione e pianificazione delle strutture sanitarie efficaci, valutando i benefici dei dispositivi di sicurezza atti a prevenire le punture accidentali.

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